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Sono 378 (11.089 in totale) le startup nate in Italia nel 2020, nonostante il coronavirus, nonostante tutto. Il tasso medio annuo di crescita dal 2015 ad oggi è pari al 73%. Un dato incoraggiante, che va tuttavia esaminato ed interpretato correttamente. 

Occorre innanzitutto sottolineare che la maggior parte delle nuove nate opera nel settore dell’energia; quelle ad oggi attive sono 1474. A rivelare questi dati è il rapporto sull’innovazione energetica dell’Istituto per la Competitività (I-Com). 

Poco più di quattro miliardi di euro è il valore di questo microcosmo di startupper, i quali sono concentrati per lo più al nord. Il 40% del totale è spalmato sulle regioni del centro-sud. Le imprese oggetto dello studio dell’I-Com hanno una capacità di muovere l’economia quantificabile in una cifra che oscilla tra 200 milioni e 660 milioni di euro.  

Tra le regioni del nord, che restano il terreno sul quale più facilmente trovano sviluppo le startup energetiche, la Lombardia vanta numeri di una certa rilevanza. Importanti, non soltanto se considerati in relazione alle difficoltà dovute alla diffusione del Sars-CoV-2 ma anche in termini assoluti. La regione che ha pagato al covid un prezzo altissimo, tra marzo e maggio, guida l’universo startupper innovative, nel settore energetico, con 354 unità, corrispondenti al 22% del totale. 

La medaglia d’argento spetta invece alla Campania, che registra la presenza sul proprio territorio di 175 imprese in embrione, in ambito energia. Sono tutte concentrate sulla ricerca scientifica e sullo sviluppo di apparecchiature elettroniche o elettriche, destinate prevalentemente all’industria dell’auto. 

Rispetto alle potenzialità economiche delle piccole imprese impegnate nel settore energia, il rapporto evidenzia quanto ancora esse rappresentino un bacino ridotto per l’occupazione (il 13-14% del dato totale). Le startup hanno inoltre dimensioni ridotte e sono indietro sul versante brevetti, che rimane terreno di conquista privilegiato per Cina e Giappone. 

Infine, in Puglia, dove i numeri sono relativamente bassi, ma meno che in altre regioni del centro-sud, le provincie più attive risultano essere Bari e Lecce. 

LWB lancia ancora una volta il suo invito, rivolgendolo agli innovatori tarantini e pugliesi, un invito ad osare, anche in questo momento di estrema difficoltà. Favorire lo sviluppo delle idee, l’incontro tra gli startupper, tra le imprese è quello che i professionisti di LWB Project sanno fare bene. Le idee da allevare possono essere tante, in qualunque circostanza. Bisogna solo credere nelle proprie possibilità e affidarsi a chi conosce già il mondo dell’innovazione. 

Per consultare il rapporto dell’Istituto per la Competitività https://www.i-com.it/2020/07/17/la-ripresa-sostenibile-linnovazione-energetica-chiave-dello-sviluppo/